También l’Italia ha un invitación especial para el cambio climático. La scelta è ricaduta sul diplomatico Alessandro Modiano. La nomina, arrivata nella serata di sabato 15 gennaio, è stata decisa di concerto dai ministeri degli Esteri e della Transizione ecologica.
Una nomina attesa da mesi
Se ne parlava da tempo. La figura è stata istituita con un decreto-legge del giugno scorso ai fini, recita il testo, di “consentire una più efficace partecipazione agli eventi e ai negoziati internazionali sui temi ambientali”. Ma il nome, atteso per september, è arrivato solo ora, quattro mesi dopo la presidenza italiana del G20 y tre dopo Cop26, la conference delle parti di Glasgow, che il nostro Paese ha contribuido a organizzare. L’accordo è stato trovato nel dicembre scorso, ei riflettori sul funzionario si accenderanno solo adesso.
Cinquantotto anni, Modiano es un funzionario di lungo corso. Comincia la carriera diplomatica nel 1992 dopo la laurea in Scienze Politiche a Roma. Nel curriculum ruoli a Pretoria, Santiago del Chile, Buenos Aires, Il Cairo.
Il suo sarà un ruolo nuovo per l’Italia, ma non sconosciuto ad altre realtà. una figura di raccordo tra la diplomazia ei tecnici, che avrà il compito di catalizzare tutte le istanze in unico centro di riferimento per la politica. Fornendo, al contempo, un riferimento per l’opinion pubblica.
Un incarico prestigioso, certo, che richiede doti non comuni: dando per scontata una certa competenza in materia ambientale, contano carisma, capacità di muoversi nei corridoi del potere e conocimiento de la dinámica de la negociación. Per questo, di solito, la scelta ricade su nomi di peso. Negli Stati Uniti, dal 2017, sulla poltrona ver John Kerry. Il suo curriculum e qualche aneddoto aiutano a comprendere meglio.
Kerry, l’uomo forte che tiene le redini del clima negli Stati Uniti
Candidato de Kerry fu a la Casa Blanca nelle elezioni del 2004, che perse contro George W. Bush. Senatore per Trent’anni, dal 1985, nel 2013 fu nominato segretario di Stato (cioè ministro degli Esteri) di Barack Obama.
Oggi è lui il plenipotenciario del presidente Joe Biden sulle questioni climatiche, la figura che sostituisce il presidente in tutte le occasioni internazionali. Ex marine ferito in Vietnam e decorato per i meriti acquisiti al fronte, no nostante i 78 anni, il democratico gira ancora il mondo per diffondere il verbo (e difendere gli interessi) della Casa Bianca. E stato lui a siglare, a Glasgow, lo storico e improvviso accordo con la Cina sul clima. Mentre Biden è volato via dopo qualche ora, Kerry è rimasto in Scozia per due settimane di lavoro intenso.
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